Composta quando Beethoven cominciava a prendere coscienza della sordità, la sonata per pianoforte op.53 in Do maggiore è tra le più belle. Il conte Waldstein, a cui è intitolata, conobbe il giovane Beethoven a Bonn e rimase immediatamente impressionato dal suo incredibile talento di pianista e dalla sua promettente predisposizione all’audacia creativa sul fronte della composizione. Finanziò i suoi studi mandandolo nel 1792 a Vienna, per porsi sotto l’autorevole guida dell’ormai anziano ma ancora venerato Franz Joseph Haydn.
Nella fase più ardente della sua vita artistica, Beethoven si dedicò allo scompaginamento del supremo ordine formale che governava l’arte di comporre sonate per solo strumento a tastiera e lo fece in modo particolarmente provocatorio con questa sonata del 1805.
La dedica della “Waldstein” può essere interpretata, tardivo atto di gratitudine, come un omaggio al più antinapoleonico dei nobili viennesi da parte dell’ormai più antinapoleonico dei compositori europei.
Secondo appuntamento de “Il Caffè di PalinSesto“, in compagnia delle abili mani di Saverio Alfieri che abbiamo già avuto il piacere di ascoltare dal vivo nell’ultimo appuntamento della rassegna musicale “Les Sarabandistes 2020” Squilli d’aurora nella selva oscura
Per chi si fosse perso l’appuntamento lo scorso febbraio e per tutti i nuovi amici del Caffè, Saverio ci ha regalato una nuova esecuzione della Sonata “Waldstein”: la guida all’ascolto, a cura di Stefano Barisani, è narrata dalla voce di Costanza Faravelli.
Pianoforte
Saverio Alfieri
Voce Narrante
Costanza Faravelli
Guida all’ascolto a cura di
Stefano Barisani
Voce Narrante
Costanza Faravelli
Pianoforte
Saverio Alfieri
Guida all’ascolto a cura di
Stefano Barisani
Saverio Alfieri – Nato a Milano nel 1997, inizia gli studi musicali all’età di 6 anni. Ha frequentato i corsi pre-accademici di pianoforte presso il Conservatorio “G.Verdi” di Milano con Silvia Limongelli, attualmente frequenta il terzo anno del Triennio di pianoforte presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria dove studia con Silvia Leggio.
Si è distinto nei seguenti concorsi: secondo premio al Concorso Internazionale Pianistico Torre Ratti (AL) nel 2013; il terzo premio con merito al 28° Concorso Pianistico Internazionale Città di Albenga nel 2015; secondo premio al Concorso Internazionale Crescendo nella città di Padova nel 2017 e conseguentemente a questa vittoria si esibisce alla Carnegie Hall di New York nel febbraio 2018. Nel 2016 si aggiudica la Borsa di Studio “Barisone” come migliore allievo di strumento del Conservatorio “A.Vivaldi” di Alessandria. Ha partecipato a diverse rassegne concertistiche e lezioni-concerto esibendosi al Circolo “Alessandro Volta” di Milano, presso Licei musicali di Cernobbio (CO), Genova, Bologna, per PianoCity si è esibito lo scorso maggio a Milano presso il Liceo Classico Virgilio e a Monza presso il Liceo Musicale Zucchi, a Palermo per l’Associazione Palermo Classica. Si perfeziona partecipando a Masterclass con Paul Magi, Giuseppe Andaloro e Giovanni Bellucci. Frequenta attualmente i seminari dedicati al Concerto per Pianoforte e Orchestra tenuti da Giovanni Bellucci presso l’Istituto di Studi Musicali Superiori “Claudio Monteverdi” di Cremona.
Costanza Faravelli si è diplomata al Liceo Classico Carducci di Milano e nell’a.a. 2014/2015 ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Filosofiche presso l’Università Statale di Milano.
Dal luglio 2015 al giugno 2016 ha svolto il Servizio Civile presso l’ente educativo “GiocheriaLaboratori” di Sesto San Giovanni.
La passione per l’infanzia e, più in generale, per il valore dell’educazione l’ha portata negli ultimi due anni ad approfondire il modulo Philosophy for Children, frequentando corsi di formazione in Italia e all’estero e svolgendo laboratori in alcune classi di scuola primaria.
Dal 2010 ad oggi ha svolto il ruolo di lettrice e animatrice teatrale in diversi spettacoli di carattere didattico/musicale per bambini e ragazzi. In particolare, collabora da tempo con la Filarmonica Paganelli di Cinisello Balsamo, con la quale ha realizzato “Musica e Parole per non dimenticare” e “Il Silenzio non è d’oro, ma neppure nero nero” per la rassegna Crescendo in Musica de LaVerdi di Milano.
Dal novembre 2016 è volontaria per il progetto BookSound, i libri alzano la voce ideato dalla casa editrice Marcos y Marcos e volto a promuovere nelle scuole di vario ordine e grado laboratori di lettura ad alta voce.
Stefano Barisani, nato a Monza nel 1953, opera attivamente sui fronti dell’educazione, della divulgazione e della ricerca musicale.
Affianca da anni l’attività di docente nella scuola secondaria inferiore a quella di conferenziere, organizzando e tenendo personalmente cicli di incontri di Cultura dell’Ascolto su temi concordati con circoli e associazioni di appassionati musicofili oppure correlati alla programmazione delle stagioni concertistiche e operistiche soprattutto di Milano. Suoi contributi scientifici sono stati commissionati e presentati in occasione di convegni internazionali realizzati dall’Associazione “Mozart Italia” di Rovereto (TN). Recentemente, l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda lo ha invitato a prendere la parola sul tema “L’italiano: lingua abitata e prediletta dalla musica” a beneficio di un uditorio di professori e studenti della storica Università di Tubinga.
Ha al proprio attivo numerose pubblicazioni di contenuto storico-musicale e musicologico (opere in volume, saggi su riviste di settore, articoli su periodici, booklets di CD…).
Dopo aver fatto parte per anni del Comitato Scientifico del Festival Internazionale “Wolfgang Amadeus Mozart a Rovereto” (Rovereto, TN), è musicologo di riferimento dell’Associazione Musicale “Kreisleriana” di Milano e del Festival “Estate Musicale di Piedicavallo” (Piedicavallo, BI) nonché stretto collaboratore, in ambito storico-critico, della GOG di Genova (“Giovine Orchestra Genovese”).
In aggiunta a quanto fin qui sintetizzato, è ideatore di progetti drammaturgici concepiti come rivisitazioni teatrali di fatti, figure e situazioni particolari della Storia della Musica. Per le messe in scena che da tali progetti sono sortite, si è valso della preziosa collaborazione di artisti di comprovato talento quali il regista Claudio Orlandini e gli attori Giulio Brogi, Nicola Olivieri, Milvia Marigliano e Francesca Corso.
Costanza Faravelli Ludwig van Beethoven Pianoforte Saverio Alfieri Stefano Barisani Waldstein
Qual gaudio!
l’inerpicarsi delle semicrome (alteratissime alla bisogna!) per su-e-giuevoli carruggi teutonici lascia increduli su quanto l’armonia, oramai solo intima, di Beethoven possa ancora spumeggiare la sua fragranza, nelle nevrili dita di chi la riporta in vita dopo un quarto di millennio dalla nascita del suo creatore.