Musica non commestibile
I motivi per cui nel corso della storia l’uomo ha creato e usato musica sono i più disparati e ancora oggi le ragioni che lo spingono a farlo sono molte.
Negli ultimi secoli, si è stabilizzata una modalità di prassi compositivo-esecutiva chiara e funzionale, che ha dato e dà alla società (anche) inestimabili capolavori.
Tuttavia, una parte di musicisti, da un centinaio di anni, si sta dedicando alla musica intuitiva, improvvisata, insomma a quel genere comunemente chiamato “sperimentale”.
I motivi per cui nel corso della storia l’uomo ha creato e usato musica sono i più disparati e ancora oggi le ragioni che lo spingono a farlo sono molte.
Negli ultimi secoli, si è stabilizzata una modalità di prassi compositivo-esecutiva chiara e funzionale, che ha dato e dà alla società (anche) inestimabili capolavori.
Tuttavia, una parte di musicisti, da un centinaio di anni, si sta dedicando alla musica intuitiva, improvvisata, insomma a quel genere comunemente chiamato “sperimentale”.
Siamo ben lontani dall’idea di musica “facilmente fruibile” e più vicini all’idea contemporanea (colta) della scrittura.
Dal mio (e non solo) punto di vista, l’idea di improvvisare senza schemi rappresenta l’esigenza di creare stupore (attraverso l’interazione), concretizzando fraseggi e armonie mai pensati o uditi prima.
Modalità, questa, sostenuta dalla volontà di traslare in musica la comune prassi esistenziale, nella quale l’uomo organizza, progetta, studia e lavora, ma spesso ciò che effettivamente accade non corrisponde a quanto atteso.
Siamo ben lontani dall’idea di musica “facilmente fruibile” e più vicini all’idea contemporanea (colta) della scrittura.
Dal mio (e non solo) punto di vista, l’idea di improvvisare senza schemi rappresenta l’esigenza di creare stupore (attraverso l’interazione), concretizzando fraseggi e armonie mai pensati o uditi prima.
Modalità, questa, sostenuta dalla volontà di traslare in musica la comune prassi esistenziale, nella quale l’uomo organizza, progetta, studia e lavora, ma spesso ciò che effettivamente accade non corrisponde a quanto atteso.
Non serve dire che per la buona riuscita di un’esecuzione sperimentale sono necessari anni di studio dei più disparati generi musicali, affinché dal passato si possano sfruttare le armonie, le forme, gli effetti sonori, i rumori e i cambi di intonazione.
Ciò mette a nudo, inevitabilmente, momenti dettati dalla fatalità che ogni musicista deve saper gestire.
Quello che un musicista vorrebbe o dovrebbe fare, ciò che invece non dovrebbe o non vorrebbe sono elementi che lo stesso deve saper gestire in una frazione di secondo prima della propagazione del suono.
Non serve dire che per la buona riuscita di un’esecuzione sperimentale sono necessari anni di studio dei più disparati generi musicali, affinché dal passato si possano sfruttare le armonie, le forme, gli effetti sonori, i rumori e i cambi di intonazione.
Ciò mette a nudo, inevitabilmente, momenti dettati dalla fatalità che ogni musicista deve saper gestire.
Quello che un musicista vorrebbe o dovrebbe fare, ciò che invece non dovrebbe o non vorrebbe sono elementi che lo stesso deve saper gestire in una frazione di secondo prima della propagazione del suono.
Nessuno conosce i brani, nemmeno chi li suona, si presentano sul palco per la prima volta.
Fedele Stucchi
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