La parola signora della Musica
PalinSesto presenta il penultimo appuntamento della rassegna musicale “Les Sarabandistes”, una serata che intreccerà parola e musica all’insegna del “Recitar cantando”, antenato non solo dell’opera teatrale in musica ma anche del così ancor oggi popolare genere della canzone.
Vi sono stati due modi in passato di rendere il canto protagonista della musica: la polifonia e la melodia. Alla fine del Cinquecento, ossia del secolo d’oro della polifonia rinascimentale, la musica vocale e strumentale era ormai a un bivio: continuare a sacrificare il senso e il sentimento del testo sull’altare della perfezione e della meravigliosa bellezza del canto a più voci codificato nelle regole del contrappunto storico o cominciare invece a fare dell’armonia e del ritmo uno strumento espressivo potentissimo per esaltare l’impatto emotivo della parola sull’ascoltatore.
Alcune audaci figure di compositori delle giovani generazioni nate nella seconda metà del XVI secolo hanno deciso di intraprendere questa seconda strada o, come è stata poi denominata, questa “seconda pratica”.
Tra i pionieri di questo nuovo stile che prediligeva il canto solistico accompagnato dal basso continuo realizzato attraverso strumenti come il liuto, la chitarra, la tiorba, il clavicembalo, l’arpa, la viola da gamba eccetera, Giulio Caccini (Tivoli, 1550 circa – Firenze, 1618), detto anche “Giulio Romano”, e Claudio Monteverdi (Cremona, 1567 – Venezia, 1643), hanno legato le sorti della propria arte al primato della parola in musica e possono essere considerati, come spesso è stato affermato dagli studiosi, i fondatori del melodramma moderno, nonostante la loro produzione musicale andasse ben al di là della già rivoluzionaria novità del teatro in musica che, soprattutto con Monteverdi, aveva già toccato vette come quelle raggiunte dall’”Orfeo” (1607) e dall’”Incoronazione di Poppea” (1642). Con l’espressione “recitar cantando” s’intendeva sottolineare essenzialmente due elementi, non necessariamente legati alla vera e propria “scena teatrale” in senso stretto: uno stile di canto che imitasse il realismo e l’immediatezza della parola pronunciata e al contempo uno stile di recitazione in cui l’espressività del significato stesso delle parole venisse sapientemente amplificata dall’uso di melodie che giocano sulle potenzialità dei suoni acuti e gravi, sui virtuosismi del cantante, sui rapporti tra le parti del solista e del basso strumentale, sui cambiamenti ritmici studiati appositamente al servizio del testo da cantare.
Tutto ciò si può riscontrare già in composizioni relativamente brevi e in sé concluse come i madrigali, che erano di gran lunga il genere più diffuso a quell’epoca, più diffuso persino del melodramma che, tutto sommato, era ancora ai suoi esordi.
La scelta del repertorio che ci condurrà durante il concerto ha attinto essenzialmente alla raccolta monteverdiana degli “Scherzi musicali” (1607) e alle “Nuove musiche” (1602) di Caccini, con una importante sortita teatrale, però, ossia il “Lamento di Arianna”, unica traccia rimasta dell’intero dramma in musica rappresentato per la prima volta da Monteverdi con grande successo nel 1608 su libretto di Ottavio Rinuccini.
Per la verità il “recitar cantando” che insiste sulla voce solista accompagnata da strumenti era sì una novità, ma in un certo senso era una novità che da un lato aveva radici molto antiche e dall’altro era passata attraverso una gestazione piuttosto lunga. Le radici antiche stanno nel fatto che gli stessi compositori e teorici tra il finire del Cinquecento e la prima metà del Seicento spesso si richiamano esplicitamente alla musica dell’antica Grecia sia nei temi sia in quelle che ritenevano essere le pratiche musicali antiche. Esempi di questa tendenza sono gli studi di Gerolamo Mei e il famosissimo “Dialogo della musica antica et della moderna” di Vincenzo Galilei del 1581. Quanto alla “gestazione” del “recitar cantando”, è proprio lo stesso Galilei che in quest’opera propone di ritornare al canto monodico, ossia a una sola voce, contro la tradizione polifonica. Tuttavia, anche nelle “Istituzioni armoniche” di Zarlino, maestro di Galilei, si trovano già dei cenni al fatto che il canto a una voce sola fosse in un certo senso più naturale e più comprensibile all’orecchio.
In questo viaggio, dunque, tra l’antico e il moderno, dove entrambi in realtà si confondono l’uno nell’altro, a guidarci saranno la voce protagonista del soprano Silvia Vertemara, accompagnata al basso continuo dalla viola da gamba di Norma Torti e dal clavicembalo di Antonio Panzera.
PalinSesto ringrazia il comune di Sesto San Giovanni per il patrocinio dell’iniziativa e, con sentito affetto e riconoscenza, Costanza Faravelli, che ha dato la sua disponibilità come voce recitante della serata.
Vi aspettiamo Giovedì 1 Giugno 2017, ore 20.45 presso Salone Villa Puricelli Guerra
Via Puricelli Guerra, 24 – Sesto San Giovanni MI
Intero € 7,00
Ridotto € 5,00 (under 26, over 65, tessera +TECA)
Under 14 Ingresso Gratuito
Link all’evento su Facebook
Silvia Vertemara – soprano
Antonio Panzera – clavicembalo
Norma Torti – viola da gamba
Costanza Faravelli – voce recitante
Programma
Giulio Caccini
(Tivoli, 1550 circa – Firenze, 1618)
- Al fonte, al prato
- Dolcissimo sospiro
- Amor ch’attendi
- Tu ch’hai le penne, amore
- Amarilli, mia bella
Peter Philips
(Inghilterra, 1560 circa – Bruxelles, 1628)
- Amarilli – da Giulio Romano
Claudio Monteverdi
(Cremona, 1567 – Venezia, 1643)
- Lamento d’Arianna
- Sì dolce è ‘l tormento
- Lamento della ninfa
- Maledetto sia l’aspetto
Silvia Vertemara – Dopo aver conseguito il diploma scientifico presso il Liceo Antonio Banfi di Vimercate intraprende gli studi universitari in ambito umanistico presso l’Università degli Studi di Milano: nel 2012 ottiene la laurea in Lettere Moderne con una tesi dal titolo “Il gesto della voce come problema filosofico”, sotto la supervisione del prof. Pinotti.
Nel 2014 partecipa al Master in International Human Resource Management presso la cattolica di Milano e da allora segue il suo percorso professionale nell’ambito delle Risorse Umane.
Da sempre ha coltivato in parallelo la sua passione per la musica. Nel 2011 viene ammessa al corso di Canto Barocco presso la Civica Scuola Claudio Abbado, dove studia per circa due anni canto con il M° Roberto Balconi, oltre a seguire corsi di teoria musicale, contrappunto e basso continuo. Qui partecipa a seminari e saggi di musica d’insieme con gli altri studenti della scuola sotto la supervisione di professionisti come Antonio Frigè e Paul Beier.
Il percorso di studi presso il liceo Banfi le dà l’opportunità di entrare in sintonia con il suo professore di Storia e Filosofia, Antonio Panzera, con il quale condivide da allora una profonda intesa musicale che dà origine ad una serie di collaborazioni: nel 2011 dà voce a Didone nello spettacolo “Didone abbandonata” interpretando brani di Henry Purcell e Domenico Sarro, nel 2013 partecipa come soprano a “If music be the food of love, play on”, spettacolo di musiche e letture del ‘600 inglese. Il suo amore per il jazz e il blues le dà modo di interpretare Billie Holiday nello spettacolo “Bitter Crop”, scritto da Antonio Panzera con la partecipazione della regista e attrice Aglaia Zannetti e del musicologo e insegnante Danilo Faravelli.
Coltiva inoltre anche la passione per il canto corale: per due anni è stata membro stabile all’interno della sezione soprani dell’Ensemble Vocale Mousiké sotto la direzione del M° Luca Scaccabarozzi; dal 2016 canta come soprano nell’Ensemble Biscantores diretto dal M° Luca Colombo.
Antonio Panzera – Dopo gli studi classici presso il liceo Giosué Carducci di Milano, con il prof. Roberto Maiocchi (ordinario di Storia della Scienza) si laurea in Filosofia nel 2002 con il massimo dei voti e lode presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore discutendo una tesi sulla fisiognomica in Giovanbattista Della Porta. Dal 2008 è titolare di cattedra come docente di Storia e Filosofia presso l’I.I.S. Gerolamo Cardano di Lampugnano (Mi).
Nel 2004, sotto la guida di Anna Silvia Mortara, si diploma in pianoforte presso il conservatorio Guido Cantelli di Novara. Si è esibito più volte sia come interprete che come compositore in eventi culturali che uniscono la musica alla parola, in particolare in occasione delle rappresentazioni di “Bitter crop – Quel sogno di dignità umana”, (2010) recital dedicato alla figura di Billie Holiday e di cui è stato anche sceneggiatore e arrangiatore. Tra il 2010 e il 2012, sempre in qualità di pianista e compositore, ha collaborato nella compagnia Khorakhané con l’attrice e regista Aglaia Zannetti alla realizzazione di “Vorrei che la mia anima ti fosse leggera – Vita e poesia di Antonia Pozzi” e “La bottega dell’orefice” di Karol Wojtyla.
La sua collaborazione e amicizia più che ventennale con il musicologo e docente di Educazione Musicale Danilo Faravelli lo ha coinvolto in svariate attività artistico-musicali per le scuole medie inferiori e superiori, nonché nell’evento straordinario per la Giornata della Memoria al quale dal gennaio 2015 viene regolarmente invitato come pianista da Donatella Azzarelli, direttore artistico dell’associazione culturale Filarmonica Paganelli ’79 nell’ambito del Progetto Educational della Fondazione “La Verdi” di Milano.
Dal 2010 al 2016 studia presso l’Istituto di Musica Antica della Civica Scuola Claudio Abbado a Milano, seguendo i corsi di Clavicembalo con il m. Maurizio Croci, Basso Continuo e Musica d’Insieme con il m. Antonio Frigé, Improvvisazione e Ornamentazione Rinascimentale e Barocca con il m. Daniele Bragetti e Contrappunto, Teoria della Musica Medievale, Rinascimentale e Barocca, Esercitazioni Corali e il progetto “Ensemble Rinascimento” con il m. Diego Fratelli, diplomandosi infine in clavicembalo nel settembre 2016.
Il 30 settembre 2015 a Sesto San Giovanni è tra gli ideatori e fondatori dell’associazione culturale PalinSesto di cui è tutt’ora direttore artistico. Nell’ambito delle attività di divulgazione culturale ed estetico-musicale dell’associazione è intervenuto il 30 aprile 2016 come relatore al convegno “Shakespeare e la musica” con una relazione su “La Tempesta tra musica e magìa” ed è tra gli ideatori e organizzatori della rassegna musicale “Les Sarabandistes”.
Norma Torti – Si è laureata in musicologia presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia. Si è poi occupata di pedagogia musicale formandosi all’Accademia del Teatro alla Scala, e collaborando a progetti sul teatro musicale (N. Torti, L’attività educativa in Germania, in I giovani e l’opera lirica, a c. di C. Delfrati, Milano, Accademia del Teatro Alla Scala, 2010). Ha svolto uno stage nel Dipartimento Educational della Staatsoper di Berlino. Rinnovando una tradizione familiare ha ripreso gli studi musicali seguendo il triennio AFAM in viola da gamba sotto la guida del Maestro Rodney Prada presso l’Istituto di Musica Antica della Scuola Civica di Milano.
Costanza Faravelli si è diplomata al Liceo Classico Carducci di Milano e nell’a.a. 2014/2015 ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Filosofiche presso l’Università Statale di Milano.
Dal luglio 2015 al giugno 2016 ha svolto il Servizio Civile presso l’ente educativo “GiocheriaLaboratori” di Sesto San Giovanni.
La passione per l’infanzia e, più in generale, per il valore dell’educazione l’ha portata negli ultimi due anni ad approfondire il modulo Philosophy for Children, frequentando corsi di formazione in Italia e all’estero e svolgendo laboratori in alcune classi di scuola primaria.
Dal 2010 ad oggi ha svolto il ruolo di lettrice e animatrice teatrale in diversi spettacoli di carattere didattico/musicale per bambini e ragazzi. In particolare, collabora da tempo con la Filarmonica Paganelli di Cinisello Balsamo, con la quale ha realizzato “Musica e Parole per non dimenticare” e “Il Silenzio non è d’oro, ma neppure nero nero” per la rassegna Crescendo in Musica de LaVerdi di Milano.
Dal novembre 2016 è volontaria per il progetto BookSound, i libri alzano la voce ideato dalla casa editrice Marcos y Marcos e volto a promuovere nelle scuole di vario ordine e grado laboratori di lettura ad alta voce.
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