L’ambivalente natura del Jazz e i suoi dintorni
Al termine della vicenda presidenziale di Obama e nell’attuale contesto di flussi migratori e di tortuose integrazioni tra i popoli della terra, il carrozzone di “Les Sarabandistes” ci offre stavolta la possibilità di ripercorrere attraverso la musica e le vicende biografico-artistiche di Billie Holiday e Billy Strayhorn la storia della difficile e mai del tutto riuscita emancipazione dei neri d’America.
Era già duro essere “di colore”, come si suol dire, negli Stati Uniti del secolo passato, figuriamoci poi essere anche donna: Billie Holiday è stata femminista prima dei femminismi e attivista contro la discriminazione degli afro-americani. Ha fatto tutto questo dedicandosi a ciò che amava fare più di ogni altra cosa: cantare. Non ha avuto bisogno di andare nelle piazze a gridare slogan, né di mettersi in politica. E’ riuscita a conquistare i cuori della gente semplicemente perché era una persona autentica. E così, quanto è stata sotto le luci della ribalta “Lady Day”, tanto è stato in ombra Billy Strayhorn, a cui però Duke Ellington non ha mai mancato di riconoscere quasi l’intero merito del proprio successo.
Due storie musicali differenti, più popolare la prima, più colta e intellettuale la seconda, ma col minimo comun denominatore della diversità che bolla gli individui e ne segna il destino.
Se Billie Holiday era nera e donna, Strayhorn era nero e omosessuale, con l’America e l’Africa nel cuore. Si sottovaluta troppo ancora oggi, al di là della popolarità del jazz, il significato che questa musica ha avuto per questa gente: Louis Armstrong sorride al suo pubblico e Miles Davis suona sempre di spalle per dire ai bianchi che non sono degni di guardare la sua faccia.
Interpreti della serata, tra letture, chiacchiere e rivisitazioni di alcuni classici vocali e strumentali della musica afro-americana, saranno la cantante Silvia Vertemara e il flautista Mauro Colantonio, accompagnati al pianoforte da Antonio Panzera e alla batteria da Dario Mannu.
Vi aspettiamo Giovedì 9 Febbraio 2017, ore 20.45 presso Auditorium “G. Restelli” – I. C. Rovani
Via Guglielmo Marconi, 44 – Sesto San Giovanni MI
Intero € 7,00
Ridotto € 5,00 (under 26, over 65)
Under 14 Ingresso Gratuito
Programma
- Yvain-Williametz-Charles-Pollock
- My Man (Mon Homme)
- Pinkard-Tracey-Tauber
- Them There Eyes
- Holiday-Herzog, Jr.
- Don’t Explain
- Romberg-Hammerstein
- Lover, Come Back To Me
- Strayhorn
- Lush life
- Henderson
- Inner Urge
- Shorter
- Ju Ju
- Simons-Marks
- All Of Me
Silvia Vertemara – Dopo aver conseguito il diploma scientifico presso il Liceo Antonio Banfi di Vimercate intraprende gli studi universitari in ambito umanistico presso l’Università degli Studi di Milano: nel 2012 ottiene la laurea in Lettere Moderne con una tesi dal titolo “Il gesto della voce come problema filosofico”, sotto la supervisione del prof. Pinotti.
Nel 2014 partecipa al Master in International Human Resource Management presso la cattolica di Milano e da allora segue il suo percorso professionale nell’ambito delle Risorse Umane.
Da sempre ha coltivato in parallelo la sua passione per la musica. Nel 2011 viene ammessa al corso di Canto Barocco presso la Civica Scuola Claudio Abbado, dove studia per circa due anni canto con il M° Roberto Balconi, oltre a seguire corsi di teoria musicale, contrappunto e basso continuo. Qui partecipa a seminari e saggi di musica d’insieme con gli altri studenti della scuola sotto la supervisione di professionisti come Antonio Frigè e Paul Beier.
Il percorso di studi presso il liceo Banfi le dà l’opportunità di entrare in sintonia con il suo professore di Storia e Filosofia, Antonio Panzera, con il quale condivide da allora una profonda intesa musicale che dà origine ad una serie di collaborazioni: nel 2011 dà voce a Didone nello spettacolo “Didone abbandonata” interpretando brani di Henry Purcell e Domenico Sarro, nel 2013 partecipa come soprano a “If music be the food of love, play on”, spettacolo di musiche e letture del ‘600 inglese. Il suo amore per il jazz e il blues le dà modo di interpretare Billie Holiday nello spettacolo “Bitter Crop”, scritto da Antonio Panzera con la partecipazione della regista e attrice Aglaia Zannetti e del musicologo e insegnante Danilo Faravelli.
Coltiva inoltre anche la passione per il canto corale: per due anni è stata membro stabile all’interno della sezione soprani dell’Ensemble Vocale Mousiké sotto la direzione del M° Luca Scaccabarozzi; dal 2016 canta come soprano nell’Ensemble Biscantores diretto dal M° Luca Colombo.
Mauro Colantonio – Nasce a Chieti e si diploma in flauto traverso presso il Conservatorio Luisa D’Annunzio con Lorenza Summonte con il massimo dei voti e la lode. Si perfeziona sotto la guida di Bruno Grossi, e debutta al fianco di Maxence Larrieu, sua principale ispirazione. Nel 2013 viene premiato da UNESCO come migliore esecutore di Bach nell’ambito dei neo-diplomati dei conservatori dell’Area adriatica. Nel corso degli anni collabora con numerose istituzioni come laBiennale, il Museo Archeologico e il Conservatorio di Venezia, il Museo degli Strumenti musicali, il Castello Sforzesco e il circolo filologico di Milano. È fondatore del Lagoon flute ensemble di Venezia e dell’ensemble barocco Aestus Harmonicus. Si avvicina allo studio del traversiere sotto la guida di Marcello Gatti e attualmente si perfeziona con Marco Brolli per i flauti antichi, con Rodney Prada per la viola da gamba, con Diego Fratelli e Paul Beier per il repertorio vocale rinascimentale, e Lorenzo Ghielmi per il repertorio barocco presso l’Itituto di Musica Antica della Scuola di Civica di Milano, città dove lavora e risiede.
Antonio Panzera – Dopo gli studi classici presso il liceo Giosué Carducci di Milano, con il prof. Roberto Maiocchi (ordinario di Storia della Scienza) si laurea in Filosofia nel 2002 con il massimo dei voti e lode presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore discutendo una tesi sulla fisiognomica in Giovanbattista Della Porta. Dal 2008 è titolare di cattedra come docente di Storia e Filosofia presso l’I.I.S. Gerolamo Cardano di Lampugnano (Mi).
Nel 2004, sotto la guida di Anna Silvia Mortara, si diploma in pianoforte presso il conservatorio Guido Cantelli di Novara. Si è esibito più volte sia come interprete che come compositore in eventi culturali che uniscono la musica alla parola, in particolare in occasione delle rappresentazioni di “Bitter crop – Quel sogno di dignità umana”, (2010) recital dedicato alla figura di Billie Holiday e di cui è stato anche sceneggiatore e arrangiatore. Tra il 2010 e il 2012, sempre in qualità di pianista e compositore, ha collaborato nella compagnia Khorakhané con l’attrice e regista Aglaia Zannetti alla realizzazione di “Vorrei che la mia anima ti fosse leggera – Vita e poesia di Antonia Pozzi” e “La bottega dell’orefice” di Karol Wojtyla.
La sua collaborazione e amicizia più che ventennale con il musicologo e docente di Educazione Musicale Danilo Faravelli lo ha coinvolto in svariate attività artistico-musicali per le scuole medie inferiori e superiori, nonché nell’evento straordinario per la Giornata della Memoria al quale dal gennaio 2015 viene regolarmente invitato come pianista da Donatella Azzarelli, direttore artistico dell’associazione culturale Filarmonica Paganelli ’79 nell’ambito del Progetto Educational della Fondazione “La Verdi” di Milano.
Dal 2010 al 2016 studia presso l’Istituto di Musica Antica della Civica Scuola Claudio Abbado a Milano, seguendo i corsi di Clavicembalo con il m. Maurizio Croci, Basso Continuo e Musica d’Insieme con il m. Antonio Frigé, Improvvisazione e Ornamentazione Rinascimentale e Barocca con il m. Daniele Bragetti e Contrappunto, Teoria della Musica Medievale, Rinascimentale e Barocca, Esercitazioni Corali e il progetto “Ensemble Rinascimento” con il m. Diego Fratelli, diplomandosi infine in clavicembalo nel settembre 2016.
Il 30 settembre 2015 a Sesto San Giovanni è tra gli ideatori e fondatori dell’associazione culturale PalinSesto di cui è tutt’ora direttore artistico. Nell’ambito delle attività di divulgazione culturale ed estetico-musicale dell’associazione è intervenuto il 30 aprile 2016 come relatore al convegno “Shakespeare e la musica” con una relazione su “La Tempesta tra musica e magìa” ed è tra gli ideatori e organizzatori della rassegna musicale “Les Sarabandistes”.
Dario Mannu – Nato a Milano il 15 aprile 1984, laurea magistrale in architettura nel 2012, fin dall’adolescenza coltiva la passione per la musica, il ritmo e la batteria.
Inizia a prendere lezioni di strumento a ventun anni presso la Civica Scuola di Musica di Cinisello Balsamo, studiando batteria jazz col Maestro Valerio Luraghi; nella stessa scuola frequenta anche i corsi di musica moderna d’insieme sotto la guida dei chitarristi Stefano Elli e Gianpiero Spina, nonché di Patrizia Macrelli, insegnante del laboratorio di formazione corale.
Il suo repertorio spazia dal jazz al rock, dal blues al pop, dalle colonne sonore cinematografiche alla tradizione bandistica.
Tramite il maestro Valerio Luraghi, presso il quale prosegue il suo percorso di perfezionamento alla batteria dal 2009, è entrato nel 2007 nell’associazione culturale Filarmonica Paganelli ’79 di Cinisello Balsamo, sotto la direzione artistica di Donatella Azzarelli.
Oltre ad essere socio della Filarmonica, dove esercita attualmente anche il ruolo di grafico pubblicitario e docente di batteria, svolge una assidua attività concertistica con le due formazioni strumentali della Paganelli in qualità di batterista e percussionista nella FilOrchestra giovani e dal 2010 anche nell’Orchestra Fiati. Proprio con l’Orchestra Fiati ha partecipato dal 2015, in collaborazione con la Fondazione La Verdi di Milano, alla rassegna musicale “A tutta banda”!. Sempre con “La Verdi”, nell’ambito del Progetto Educational per le scuole, ha preso parte tra il 2015 e il 2017 alla realizzazione dell’EVENTO STRAORDINARIO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA, “Parole e musiche tornate da un viaggio di sola andata” e alle rappresentazioni di “Silenzio e tamburina”, entrambi a cura del musicologo e docente di Educazione Musicale Danilo Faravelli.
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